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TESTO Commento su Luca 21,28

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

I Domenica di Avvento (Anno C) (02/12/2012)

Vangelo: Lc 21,28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 21,25-28.34-36

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 25Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. 27Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. 28Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

34State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; 35come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».
Lc 21,28

Come vivere questa Parola?
Inizia oggi, con l'Avvento, il nuovo anno liturgico. La mente va subito al Natale: memoriale di un evento che ha radicalmente cambiato la storia. La liturgia ne attualizza la presenza, così che la sua celebrazione non si riduce a una semplice rievocazione. Tuttavia, nella sua dimensione temporale, esso appartiene al passato, mentre il termine "Avvento" parla di "avvenire", proietta verso il futuro. Certo, senza mai scindersi da quel punto focale che è stato e rimane l'irruzione storica di Dio nel nostro tempo con l'incarnazione.
Gesù è venuto, Gesù continua ad essere presente in mezzo a noi, continua a venire nel nostro oggi, continua a bussare alle nostre porte, ma egli stesso ci ha sollecitati a rimanere ben desti nell'attesa del suo ritorno. Ne parla anche nella liturgia odierna, incastonandolo in un discorso di chiara matrice apocalittica: sconvolgimento dei cieli, fragore del mare, repentinità di eventi che colgono alla sprovvista gettando nell'angoscia. In questo scombussolamento totale, l'invito inatteso e rassicurante: "Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina"
.
È Dio stesso che si impegna con questa parola. È Gesù a parlarci del ritorno glorioso che renderà manifesta la sua definitiva vittoria. Una promessa che pone in stato di attesa, che sollecita ad essere vigilanti, ma anche profeti di speranza.
Sulle tenebre di una storia che sembra cancellare ogni impronta di bene, si è accesa una luce che non si spegnerà mai più. Una luce che è stata affidata alle nostre mani perché la teniamo ben alta, perché sia come un faro che indica ai naufraghi la meta.
Come le vergini sagge, voglio vegliare, Signore, custodendo la lampada della fede e tenendola ben alta perché nessuno si smarrisca: quanto più le tenebre sono fitte, tanto più l'aurora è vicina!
La voce di un santo
Una grandezza tutta morale opposta al terrore delle armi regnerà e sarà il carattere dei nuovi popoli, e un nuovo ordine di cose e di idee colla forza della verità e dell'amore uscirà alla redenzione dei popoli.
S.Luigi Orione

 

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