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TESTO Commento su Luca 1,39-56

don Luigi Trapelli

Assunzione della Beata Vergine Maria (Messa del Giorno) (15/08/2011)

Vangelo: Lc 1,39-56 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,39-56

39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

46Allora Maria disse:

«L’anima mia magnifica il Signore
47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

49

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;

50

di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.

51

Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

52

ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;

53

ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.

54

Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,

55

come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

56Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Proprio nel mezzo delle ferie, celebriamo la Solennità che ci richiama la gloria di Maria, la sua Assunzione. Ovviamente, riguarda la nostra realtà futura di persone che, come Cristo e Maria, saremo chiamate a risorgere.

L'attenzione della liturgia di oggi, si concentra sul brano del Vangelo che narra l'incontro di Maria con la cugina Elisabetta e il brano del Magnificat. Maria ha un grande messaggio da comunicare. Come ogni persona, vuole annunciare subito tale gioia e, di corsa, va dalla cugina Elisabetta. Da lei si sente capita, avendo instaurato un bel rapporto di amicizia e compie quello che anche noi faremmo con i nostri amici. Annuncia quello che Dio ha operato in lei, si confida, tira fuori quello che ha dentro.

La gioia interiore esplode nel canto del Magnificat. Inizialmente è Maria stessa che magnifica il Signore, ma poi Dio diventa il soggetto di questo cantico. Dio che ha guardato l'umiltà della sua serva.

Quel guardare ricorda l'amicizia tra Dio e Maria, così come noi per dire qualcosa a una persona, la guardiamo in faccia e il nostro volto esprime i sentimenti verso quella persona. Dio guarda alla bassezza di quella donna, alla sua pochezza. Una donna che, con umiltà, si affida al Signore.

Poi Maria esalta l'azione di Dio verso il suo popolo cambiando la realtà delle cose, perché si sente una salvata. Guarda la storia con occhi di Dio e per questo coglie che Dio ha un criterio diverso rispetto a quello degli uomini. Quel Dio che ribalta la storia, pone al centro gli umili e rovescia chi si crede solo un potente o un prepotente. Pensiamo alle persone che stanno vivendo in situazioni di fame e miserie, alle zone colpite dalla guerra, alle situazioni difficili di tante persone di chi fatica ad arrivare a fine mese o vive situazioni di sofferenza fisica e psichica.

Parlare di Maria, quindi, significa non sentirci solo dei devoti che blaterano parole ma non cambiano la realtà. Questo cantico ci testimonia Maria regina della speranza, ma ci impegna a compiere il nostro cantico di lode al Signore perché, nonostante la fatiche e le difficoltà, Dio ci è sempre vicino e ci accompagna.

In questo periodo di riposo, potremmo ritornare ai momenti che hanno segnato la vita di quest'anno e accorgersi quanto Lui abbia agito nella nostra vita, anche attraverso le difficoltà che abbiamo incontrato. E, soprattutto, Maria ci invita a credere che qualcosa possa cambiare, che la nostra vita sia in continuo mutamento.

La prospettiva è quella di incontrare Maria in cielo accanto al Figlio ancora in grado di ripetere queste semplici, ma efficaci parole. Un Dio che non smette di guardare la sua creatura, ma anche un Dio che mette al centro del Suo Regno chi vive nella semplicità, nella povertà, nell'umiltà e sa gioire delle piccole cose che incontra.

Grazie, Signore, perché tu guardi sempre l'umiltà del tuo servo e della tua serva.

 

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