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TESTO Saziaci, Signore, con il tuo amore: gioiremo per sempre

don Remigio Menegatti  

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XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (11/10/2009)

Vangelo: Mc 10,17-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 10,17-30

17Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». 18Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. 19Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre». 20Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». 21Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». 22Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.

23Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». 24I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! 25È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». 26Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». 27Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

28Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». 29Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, 30che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà.

PREGHIERA DI COLLETTA

O Dio, nostro Padre, che scruti i sentimenti e i pensieri dell'uomo, non c'è creatura che possa nascondersi davanti a te; penetra nei nostri cuori con la spada della tua parola, perché alla luce della tua sapienza possiamo valutare le cose terrene ed eterne, e diventare liberi e poveri per il tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Scruti i sentimenti e i pensieri dell'uomo, non c'è creatura che possa nascondersi davanti a te

Pregai e mi fu elargita la prudenza, implorai e venne in me lo spirito di sapienza. Dio non "spia" l'uomo, non lo vuole controllare per coglierlo in fallo; invece si prende cura, cammina a fianco, conosce con lo stile e la forza di chi ama la sua creatura

«Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?» ... Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò. Gesù rende visibile questo amore di Dio; manifesta all'uomo che gli si rivolge con fiducia - "maestro buono" - tutta la sua simpatia, anzi il suo amore divino. Non c'è bisogno di nascondersi quando si avverte che Dio non controlla, bensì conosce per amore

Avverto questa tenerezza di Dio sulla mia vita? Mi sento avvolto dal suo amore?

Penetra nei nostri cuori con la spada della tua parola

Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!» Una parola che è come una spada: la sentiamo dalla nostra parte perché ci difende e dona una sicurezza maggiore. Solo se ci opponiamo ad essa e perdiamo il vero bene può apparirci troppo esigente, in contrasto con i nostri progetti. Avviene così per chi si sottrae al dono di amore: a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato.

La Parola di Dio è spada per difendermi e talvolta per pungolarmi, oppure l'avverto come continua minaccia, pesante e fastidioso rimprovero?

Valutare le cose terrene ed eterne, e diventare liberi e poveri per il tuo regno

La preferii a scettri e a troni, stimai un nulla la ricchezza al suo confronto, non la paragonai neppure a una gemma inestimabile, perché tutto l'oro al suo confronto è come un po' di sabbia e come fango sarà valutato di fronte a lei l'argento. La sapienza di Dio è il suo Spirito, la manifestazione del suo amore che diventa progetto della nostra vita; chi scopre questo sa valutare con saggezza anche i beni della vita: positivi e necessari se non chiudono al dono di Dio, mettendosi al posto di lui.

Lo splendore che viene da lei non tramonta. Insieme a lei mi sono venuti tutti i beni; nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile. Chi si fida di Dio e usa con saggezza i beni terreni trova la vera gioia: Dio non abbandona, e invita alla solidarietà, perché nessuno dei suoi figli sia nell'indigenza. Conoscere e seguire la proposta d'amore di Dio è il segreto della vera realizzazione umana. I discepoli di Gesù non devono temere per la loro vita, soprattutto se possono contare sulla solidarietà di altri fratelli che hanno compreso la bontà del Signore, come Pietro «In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».

Mi fido della provvidenza di Dio? Sono solidale così che anche tramite me Dio possa prendersi cura di tutti suoi figli? Sono sereno nel compiere scelte di generosità, convinto che il Signore non dimentica il bene che riesco ad operare nel suo nome?

PREGHIERA CONCLUSIVA

Padre, restiamo meravigliati e contrariati quando pretendiamo di entrare nel tuo regno e non abbiamo la libertà dalla ricchezza umana che ci frena nel cammino verso di te. Donaci lo Spirito per lasciar cadere i pesi inutili e, nella ritrovata libertà, gustare la gioia di invocarti come Padre nostro che sei nei cieli...

Libri di don Remigio Menegatti

 

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