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TESTO Andate e fate discepoli tutti i popoli

padre Romeo Ballan  

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Ascensione del Signore (Anno A) (04/05/2008)

Vangelo: Mt 28,16-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 28,16-20

16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Riflessioni

L'Ascensione è una nuova epifania. Le letture bibliche e altri testi liturgici la presentano come una manifestazione gloriosa di Gesù Nella I lettura, appaiono la nube delle manifestazioni divine e uomini (angeli) in bianche vesti, ci sono ben quattro riferimenti al cielo in soli due versetti, è annunciato anche il ritorno futuro... (v. 9-11). S. Paolo (II lettura) presenta l'epilogo di una impresa difficile e paradossale, ma riuscita: Gesù seduto alla destra del Padre nei cieli, al di sopra di ogni autorità e potenza, costituito capo della Chiesa e su tutte le cose (v. 20-22). Gli avvenimenti finali della vita terrena di Gesù danno senso e illuminano il tribolato percorso anteriore. "Per questo Giovanni parla di esaltazione, quindi di ascensione di Gesù nel giorno stesso della morte in croce: morte-risurrezione-ascensione costituiscono l'unico mistero pasquale cristiano che vede il recupero in Dio della storia umana e dell'essere cosmico. Anche i quaranta giorni, di cui è fatta menzione in Atti 1,2-3, evocano un tempo perfetto e definitivo e non sono certo da vedere come una informazione cronologica" (G. Ravasi).

La compiutezza dell'avvenimento-mistero pasquale di Gesù sta alla base della gioiosa speranza della Chiesa e della "serena fiducia" dei fedeli di essere un giorno "nella stessa gloria" di Cristo (Prefazio). Da qui traggono ispirazione ed energia sia l'impegno apostolico sia l'ottimismo che anima i missionari del Vangelo, nella certezza di essere portatori di un messaggio e di una esperienza di vita riuscita, grazie alla risurrezione. Non si tratta di un'esperienza fallimentare, ma riuscita: già pienamente riuscita in Cristo, e, anche se in forma parziale, già riuscita nella vita del cristiano e dell'evangelizzatore, sia pure in attesa di nuovi sviluppi.

Motivati interiormente da tale esperienza di vita nuova in Cristo, gli Apostoli –e i missionari di tutti i tempi– ne diventano "testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra" (At 1,8), in un percorso che si apre progressivamente dal centro (Gerusalemme) verso una periferia vasta come il mondo intero. Il campo di lavoro missionario della Chiesa sono tutti i popoli (Vangelo), ai quali Gesù manda i suoi discepoli prima di salire al cielo (v. 19). Li manda in forza di una pienezza di potere (v. 18), che Gli compete come Figlio di Dio e come Kurios (Signore) glorificato: "Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli... insegnando..." (v. 19-20). Una missione che è possibile realizzare con la forza dello Spirito, che invochiamo, insieme con Maria e gli Apostoli, nell'attesa di una Pentecoste sempre nuova.

Quel dunque (oun-ergo: in gr. e lat., rispettivamente) ha il valore di una conseguenza irrinunciabile: indica, infatti, la radice e la continuità della missione universale, che nasce dalla Santa Trinità e si prolunga nel tempo e nello spazio attraverso la Chiesa, inviata a tutti i popoli, rassicurata dalla presenza permanente del suo Signore: "Io sono con voi tutti i giorni" (v. 20). Per Matteo, Gesù non si allontana dai suoi, cambia soltanto il modo di essere presente. Resta con loro: Egli è sempre l'Emmanuele, il Dio con noi, annunciato fin dall'inizio del Vangelo (cf Mt 1,23).

I verbi della missione mantengono la loro perenne attualità. 'Andare' indica il dinamismo e il coraggio per immergersi nelle situazioni sempre nuove del mondo; 'fare discepoli tutti i popoli' vuol dire farli seguaci non tanto di una dottrina, ma di una Persona; 'battezzare' segnala il sacramento che inserisce e trasforma le persone nella vita trinitaria; 'insegnare a osservare' richiama la risposta dei discepoli alla voce del Maestro e Pastore. Egli ha compiuto l'opera della salvezza a favore di tutti i popoli; ora chiama e invia altri discepoli a continuare la sua stessa missione. (*) Tale è il dono e il mistero di ogni vocazione al servizio del Vangelo nel mondo.


Parola del Papa

(*) "Questa è la vostra missione: recare il Vangelo a tutti, perché tutti sperimentino la gioia di Cristo e ci sia gioia in ogni città. Che cosa ci può essere di più bello di questo? Che cosa di più grande, di più entusiasmante, che cooperare a diffondere nel mondo la Parola di vita, che comunicare l'acqua viva dello Spirito Santo? Annunciare e testimoniare la gioia: è questo il nucleo centrale della vostra missione... L'apostolo Paolo chiama i ministri del Vangelo "servitori della gioia" (2Cor 1,24)... Per essere collaboratori della gioia degli altri, in un mondo spesso triste e negativo, bisogna che il fuoco del Vangelo arda dentro di voi, che abiti in voi la gioia del Signore. Allora solo potrete essere messaggeri e moltiplicatori di questa gioia recandola a tutti, specialmente a quanti sono tristi e sfiduciati".
Benedetto XVI

Omelia nella ordinazione di nuovi presbiteri, Roma, 27 aprile 2008


Sui passi dei Missionari

- 4/5: Ascensione del Signore Gesù, dopo aver inviato gli Apostoli al mondo intero. – Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Tema: "I mezzi di comunicazione sociale al bivio fra protagonismo e servizio. Cercare la verità per condividerla".

- 4/5: B. Giovanni Martino Moyë (+1793), sacerdote della Società delle Missioni Estere di Parigi, missionario in Cina, fondatore, morto a Treviri (Germania).

- 6/5: S. Pietro Nolasco (+1245 a Barcellona), fondatore, assieme a S. Raimondo di Peñafort e al re Giacomo I di Aragona, dell'Ordine della Mercede per il riscatto e redenzione morale degli schiavi.

- 6/5: B. Francesco di Montmorency-Laval (1623-1708), missionario francese, vescovo di Quebec.

- 6/5: B. Rosa Gattorno (1831-1900), madre di famiglia e vedova, fondò a Piacenza l'Istituto delle Figlie di Sant'Anna, che ben presto (1878) partirono come missionarie per altri continenti.

- 8/5: B. Maria Caterina Symon di Longprey (+1668), delle Suore Ospedaliere della Misericordia, dedita alla cura fisica e spirituale dei malati nel Quebec (Canada).

- 8/5: S. Maddalena di Canossa (Verona, 1774-1835), vergine: rinunciò ai suoi beni patrimoniali e fondò due Congregazioni per l'educazione cristiana della gioventù.

- 8/5: Giornata Internazionale della Croce Rossa (dal 1929) / e della Mezzaluna Rossa.

- 9/5: S. Pacomio (Alto Egitto, 347-348), padre del monachesimo cenobitico cristiano, autore di una delle prime regole monastiche.

- 10/5: S. Giovanni d'Avila (1500-1569), dedito alle missioni popolari nel sud della Spagna, amico e socio dei grandi riformatori del suo tempo; è il patrono dei sacerdoti Diocesani spagnoli.

- 10/5: B. Ivan Merz (1896-1928), laico della Croazia, umanista, impegnato nella vita sociale.

 

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